E’ possibile coltivare i tartufi?
La domanda è alquanto spinosa, passatemi il termine, perché si può fare, ma le variabili da tenere in considerazioni sono tante.
Come ad esempio il tipo di tartufo.
La tartuficoltura (si chiama così la coltivazione) è infatti una tecnica agricola molto, molto difficile da porre in essere e, nondimeno, i risultati non sono garantiti anche per via di un certo di grado di sperimentazione che ancora permea la già citata tartuficoltura.
Tanto per iniziare, è buona norma implementare una tartuficoltura in territori attigui a zone dove il tartufo è già presente.
Questa è una condizione molto stringente, non proprio sine qua non, ma quasi.
Il terreno
Più in generale, i tartufi preferiscono un tipo di terreno con un pH compreso tra 7 e 8, alcalino, con una certa ventilazione e con pochi o nulli ristagni idrici.
Ecco, questi parametri sono da tenere in considerazione
Una volta trovato il terreno adatto, o quello più simile, occorrerà rimuovere tutte le piante già presenti sul terreno e impiantare piante micorizzate. Ricordate che il tartufo è un fungo e un simbionte.
Il lavoro è appena iniziato.
Posto che le piante siano correttamente micorizzate, occorrerà lavorare di gomito per eliminare le altre piante o sterpaglie che potranno insorgere e ostacolare la crescita del tartufo, magari entrando in rotta di collisione con l’humus necessario alla crescita e alla proliferazione del tartufo.
Irrigazione e potatura
E’ importante far notare e tenere ben in mente (questo chi vuole iniziare questa coltivazione), che il primo raccolto di tartufi difficilmente verrà prima di cinque anni, più probabile vicino ai 10. In tutto questo tempo bisognerà lavorare in perdita, diciamo così.
La coltivazione di tartufo va irrigata? E’ una domanda molto frequente. Gli esperti sostengono che l’irrigazione va fatta solo nei primissimi anni e poi lasciata quasi stare. Eccezion fatta per periodi di particolare siccità.
Insomma, una volta fornita la giusta umidità, se poi dovesse risultare eccessiva si corre il rischio di mandare tutto in fumo.
La pianta micorizzata andrà sempre potata, prima e dopo che cominci a entrare in simbiosi con i tartufi. Si tratta di un intervento non solo per la pianta, ma atto anche a evitare il radicamento di parassiti che possono nuocere, direttamente o indirettamente, al tartufo.
E poi, naturalmente, bisognerà difendere il terreno scelto anche da animali più grandi, come possono essere cani, cinghiali, ma anche talpe e piccoli roditori.
I cinghiali e i maiali, com’è noto, sono sterminatori di tartufi.